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5 DOMANDE + 1: Pesticidi - #5DOMANDEPIUUNA - dev4u

L’intervista per il B2B + il fattore umano

Una testimonianza del progetto commissionato dal Comitato Saheliano dei Pesticidi

 

Vi proponiamo l'intervista integrale fatta a Dario Berardi, il nostro responsabile dei progetti internazionali, in cui racconta di un progetto tutto africano. Parlereremo di ambiente e popolazione, dell'importanza di questo lavoro da un punto di vista sociale, ma soprattutto di una realizzazione lunga, fatta a piccoli passi ma insieme, come in un passo a due! L'audio dell'intervista è in francese, ma forniamo qui sotto il testo tradotto in italiano sia delle domande, sia delle risposte.

 

 DOMANDE E RISPOSTE

 

1. Il Cliente: Chi era il cliente di questo progetto?

“Il cliente di questo progetto è il Comitato Saheliano dei Pesticidi.
Il Comitato Saheliano dei Pesticidi è stato creato in seguito al periodo delle grandi siccità degli anni Settanta.
Dopo questi fenomeni, c’è stata un’invasione di cavallette che ha messo davvero in grande difficoltà tutti i Paesi della zona, poiché venivano fuori da un periodo di siccità e i primi raccolti erano stati letteralmente mangiati da questi insetti.
Così tutti gli Stati colpiti hanno iniziato a importare ingenti quantità di pesticidi, per salvare i raccolti.
A quel punto, i Paesi hanno deciso di associarsi per cercare di ridurre l’impatto di queste sostanze. Da qui la nascita del Comitato Saheliano dei Pesticidi, che è parte integrante dell’Istituto del Sahel, a Bamako, nel Mali, e rientra nel CILSS, il Comitato Interstatale della Lotta contro la Siccità.”

 

 

2. Il Problema: Quali erano le esigenze specifiche del cliente?

“Il Comitato Saheliano dei Pesticidi aveva, ha lo scopo di omologare, ovvero di autorizzare l’importazione di pesticidi nei Paesi del Sahel.
All’inizio i pesticidi non erano molti, poi, con il passare degli anni, si è verificato un incremento del consumo di questi prodotti, il che ha complicato notevolmente la gestione manuale delle autorizzazioni.
Da qui la necessità di informatizzare tutto il processo, che va dalla richiesta di omologazione, presentata dalle aziende, fino all’autorizzazione, rilasciata dal Comitato Saheliano dei Pesticidi, che, di regola, va estesa a livello nazionale. Ciò significa che, dopo che il pesticida è autorizzato, dobbiamo controllarne l’utilizzo nei campi, verificare se ci sono dei fattori di allerta (lo chiamiamo monitoraggio della tossicovigilanza), controllare se l’impiego di un dato pesticida provoca dei problemi. E questo avviene, se vogliamo, a livello nazionale.
Dunque, era necessario creare un sistema informatico che rispondesse alle esigenze dei diversi attori coinvolti nel processo di omologazione dei pesticidi.”

 

 

3. La Soluzione: Quale soluzione avete adottato e come avete applicato la vostra metodologia di lavoro e le vostre competenze per risolvere il problema?

“La strategia che abbiamo adottato ‒ e penso che sia la strategia vincente ‒ è stata quella di iniziare a informatizzare una parte, una sezione, uno strumento. Abbiamo messo a disposizione un primo strumento; gli utenti hanno cominciato a servirsene e hanno acquisito dimestichezza. A quel punto, siamo passati allo sviluppo di un secondo modulo.
Quindi abbiamo seguito un approccio modulare, che, sicuramente, ha avuto degli effetti negativi. In particolare, ha rallentato notevolmente lo sviluppo dell’intera piattaforma. Tuttavia, alla fine, questo ha permesso agli utenti di padroneggiare la piattaforma, dunque di cominciare a capire non solo l’utilizzo di quello che viene chiamato front-end, ossia lo strumento, ma, soprattutto, la logica che c’è dietro.
È una logica di informatizzazione, una logica di sistema integrato, che non è affatto semplice. Neanche nei nostri Paesi europei si ha l’abitudine di lavorare con dei sistemi integrati informatizzati.
Pertanto, la strategia vincente consiste in questo, in uno sviluppo graduale, un accompagnamento che dura diversi anni.
Il primo, piccolo modulo è stato sviluppato nel 2005. Ora siamo nel 2019 e abbiamo fatto passi da gigante. Ma non abbiamo finito, stiamo ancora lavorando e, in particolare, stiamo sviluppando la parte nazionale.
Di recente sono stato in Togo per formare gli utenti nazionali dei diversi Paesi. Oggi sono interessati tutti i quindici Stati dell’Africa occidentale, quindi si tratta davvero di un sistema integrato a dimensione regionale.”

 

 

4. I Vantaggi: Quali vantaggi tangibili ha ottenuto il cliente con la vostra soluzione web?

“In cosa consiste innanzitutto la soluzione web?
Si compone di cinque moduli.
Il primo, che permette alle aziende di presentare la richiesta online.
Il secondo è un sistema che consente agli esperti nazionali del Comitato Saheliano dei Pesticidi di valutare, attraverso la piattaforma, le richieste inoltrate dalle aziende. Scrivono i loro commenti direttamente nella piattaforma, in modo tale che i report di valutazione siano automaticamente inviati alle imprese.
Poi abbiamo il modulo di gestione dei dossier, dei certificati, delle autorizzazioni. L’emissione delle fatture, di tutta la documentazione necessaria.
Il quarto modulo è, per l’appunto, quello di cui parlavo prima: i CNGP, ovvero i Comitati Nazionali di Gestione dei Pesticidi, per facilitare il controllo di questi prodotti a livello nazionale.
E il quinto modulo è il sito web, destinato al grande pubblico, nel quale alcune informazioni, in particolare quelle relative ai pesticidi autorizzati, sono accessibili agli agricoltori, ai commercianti, alla popolazione.
Qual è il vantaggio concreto che il cliente, il Comitato Saheliano dei Pesticidi, inizia a trarre dall’utilizzo di questa piattaforma?
È un sistema, una banca dati unica.
I cinque moduli utilizzano tutti la stessa banca dati, il che consente di accelerare tutte le tappe.
È un vantaggio concreto la generazione automatica dei certificati di autorizzazione.
L’emissione automatica delle fatture. Quindi, una volta che un dossier è considerato ammissibile (si effettua un’analisi di ammissibilità delle richieste), il sistema genera automaticamente una fattura, che viene inoltrata, sempre automaticamente, all’azienda.
Le imprese hanno il loro portfolio dei diversi pesticidi, delle diverse richieste inoltrate al Comitato Saheliano dei Pesticidi.
Di conseguenza, c’è un’efficienza nel lavoro. Oggi è possibile analizzare duecento richieste per sessione, credo. Il Comitato Saheliano si riunisce due volte l’anno e analizza, in ciascuna seduta, le richieste ricevute regolarmente da parte delle aziende.
Analizzare duecento richieste di autorizzazione in una settimana è una sfida, ed è una sfida che stiamo vincendo, proprio grazie alla piattaforma, che facilita enormemente il lavoro di ognuno, di tutti gli utenti.”

 

 

5. I Dettagli: Pregi e difetti della soluzione adottata.

“Penso che il punto di forza sia l’accompagnamento continuo e per tutto l’anno ‒ non solo durante le due sessioni dei comitati ‒ del cliente.
Tanto è vero che, ancora una volta, più che un fornitore di servizi, DEV4U è un partner del Comitato Saheliano dei Pesticidi. Lavoriamo insieme, identifichiamo insieme le esigenze degli utenti. Molto spesso non sono consapevoli dei loro bisogni. Esprimono un’esigenza in termini che non sono sufficienti per poter poi sviluppare delle routine sul piano informatico.
Dunque è necessario un lavoro di analisi, per capire il bisogno espresso dall’utente e trasformarlo, comprenderlo, modificarlo, adattarlo alla realtà informatica. Ed è un lavoro che portiamo avanti ormai da quindici anni. Ci sono stati dei tempi morti, ma siamo stati sempre presenti, disponibili a supportarli, ad aiutarli a capire le loro esigenze, a strutturare la banca dati, a trovare delle soluzioni a dei bisogni funzionali.
Quindi penso che questo sia davvero un punto di forza.
Il sistema è stato creato gradualmente. Ciò ha consentito anche agli utenti ‒ e credo che sia un ulteriore punto di forza ‒ di acquisire dimestichezza. Perché, in un certo senso, è facile sviluppare un sistema integrato. Lo faccio a Roma, a Bruxelles, a Parigi, a Washington. Arrivo in un Paese con il mio sistema ed eccolo qui. Poi però non serve, non viene utilizzato, la gente non ne capisce la logica. Pertanto, nella nostra situazione, è necessario affiancare gli utenti. E credo che DEV4U sia stato in grado di svolgere proprio questo lavoro di affiancamento.
I punti deboli sono sempre connessi ai punti di forza. Ci sono punti di forza e punti deboli. In effetti, avanzare a piccoli passi richiede innanzitutto del tempo. Abbiamo iniziato nel 2005 e siamo nel 2019. Ma è stato difficile anche perché si faceva un passo avanti, poi, due anni dopo, gli utenti si rendevano conto che bisognava farne due indietro, apportare delle modifiche per poter ricominciare ad avanzare.
Dunque, è un po’ come un ballo. Lo sviluppo di un sistema integrato in Africa è un ballo tra lo sviluppatore (l’analista programmatore) e il cliente. Facciamo un passo avanti, due passi indietro, perché bisogna integrare delle modifiche, e tre passi di lato.
Di conseguenza, è un processo lento, che avanza in modo graduale, ma, senza dubbio, in parallelo all’apprendimento del sistema.
E lavorare oggi anche con aziende importanti, come la BAYER, la RMG o la MONSANTO, che esprimono la loro soddisfazione in merito all’utilizzo della piattaforma online, è sicuramente gratificante.”

 

 

6. Il Fattore umano: Dario, qual è il fattore umano di questo progetto?

“La domanda è: “Quali sono i beneficiari di questo sistema?”. Non i clienti ma i beneficiari. Io penso che ci siano due beneficiari principali: l’ambiente e la popolazione.
Il sistema è concepito per i clienti (il Comitato Saheliano dei Pesticidi e le aziende), ma l’obiettivo è di ridurre l’impatto nocivo dei pesticidi. Sarebbe un bene poter fare a meno di queste sostanze. Soprattutto in ambienti così delicati, come il Sahel, il deserto, le zone di questo tipo, i pesticidi rischiano di creare più problemi di quanti non ne risolvano.
Ma, purtroppo, l’agricoltura deve sfamare una popolazione in crescita, quindi c’è un bisogno permanente di proteggere le colture per incrementare il rendimento, la produzione.
Allora, come afferma il CSP: “Pesticidi ok, ma ambiente e salute al primo posto”. Vogliamo proteggere l’ambiente. Tra tutti i pesticidi disponibili e proposti dalle aziende, gli esperti del Comitato Saheliano scelgono, cercano di scegliere quelli che, quantomeno sulla carta, hanno un impatto minimo sull’ambiente e sulla salute. Perché le popolazioni che vivono sui campi hanno ovviamente il diritto di vivere in buone condizioni di salute, senza dover utilizzare prodotti che sarebbero per loro nocivi.
Quindi la dimensione sociale di questo progetto è enorme. Si tratta dell’ambiente e della popolazione del Sahel.”

 

 

QUI il nostro TRAILER dedicato al Progetto Pesticidi:

 

 

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[5 DOMANDE + 1] è un format di video-interviste che evidenziano alcuni CASI DI STUDIO della nostra azienda. Sono sicuramente dei casi di studio dedicati al mondo B2B, dove mostriamo, oltre ai benefici delle nostre soluzioni e del nostro metodo di lavoro, anche "il fattore umano" che è dietro i nostri progetti, le relazioni che si instaurano con i nostri clienti, con i fornitori e i partner. Buon ascolto!

 

 

 

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