Sviluppare software non è mai un processo che si svolge in modo unilaterale. Dopo tanti anni in questo settore ci piace immaginarlo piuttosto come una danza a due: “cliente e fornitore” che, passo dopo passo, cercano un’intesa. Non basta conoscere i movimenti — serve ascolto, ritmo, capacità di improvvisare quando serve e, soprattutto, complicità.
Certo, ci sono le fasi tecniche, le specifiche da rispettare, i documenti da firmare. Ma ogni progetto ha anche qualcosa di vivo, che si plasma nel dialogo.
È per questo che durante i nostri progetti spesso preferiamo mostrare, piuttosto che spiegare. Con i clienti usiamo wireframe, miniprototipi, mockup: strumenti leggeri e visivi per verificare se ciò che stiamo progettando è davvero in linea con le aspettative. A volte un’immagine vale più di una riunione o di un documento di 150 pagine. Con un wireframe possiamo chiedere: “è questo che intendevi?” oppure “se cambiamo questa sezione, migliora l’usabilità?” Questi momenti sono fondamentali: aiutano a capire prima di costruire, evitando incomprensioni e perdite di tempo.
A volte è il cliente a condurre. Altre volte siamo noi a proporre un passo che non era stato immaginato. Ci capita spesso di suggerire una funzione in più, un layout diverso, una semplificazione che migliora il flusso, esploriamo soluzioni alternative, suggeriamo migliorie nate dall’esperienza. Non si tratta di forzare, ma di arricchire il progetto con uno sguardo più ampio. La danza continua. E si evolve.
Questa coreografia fatta di domande, visualizzazioni e proposte è ciò che rende ogni progetto unico. E il bello è che non c’è un copione rigido da seguire: ci si muove insieme, aggiustando il ritmo fino a trovare l’equilibrio giusto tra visione, fattibilità e valore.
Come detto all’inizio, lo sviluppo non è solo tecnica. È anche intesa.
Ogni progetto ha il suo tempo. C’è chi ha bisogno di una consegna rapida, chi preferisce esplorare con calma. Il nostro compito è trovare il ritmo giusto.
Il momento in cui il cliente utilizza il software per la prima volta e dice “Sì, è esattamente quello che intendevo”… è il nostro momento preferito. È lì che sappiamo di aver danzato bene. Che la coreografia, invisibile a chi guarda da fuori, ha prodotto qualcosa di funzionante, utile, chiaro. E che il progetto è stato davvero condiviso.
Lo sviluppo non è mai solo un processo tecnico. È una relazione che si costruisce nel tempo, fatta di ascolto, confronto e piccoli aggiustamenti continui. Chi si affida a noi non compra un “prodotto chiuso”, ma entra in una danza: un viaggio fatto insieme, dove ogni passo conta. E quando la musica smette, il software rimane. Ma resta anche la soddisfazione di aver creato qualcosa che ha preso forma ballando in due.
Questo concetto della danza a due lo trovate ben applicato in questo nostro caso di studio sul Progetto Pesticidi.
Il nostro percorso: dal bisogno alla soluzione, passo dopo passo
Nel tempo, ci siamo accorti che sul nostro blog abbiamo raccontato, passo dopo passo, i diversi aspetti che compongono la progettazione di una soluzione su misura.
Per comodità, abbiamo raccolto qui sotto gli articoli pubblicati in passato che descrivono le varie fasi, e quindi il nostro approccio allo sviluppo web. Una sorta di guida pratica per orientarsi meglio nel nostro metodo di lavoro.
1. Chiarire la direzione:
Tutto comincia da qui: capire cosa serve davvero. Per alcune realtà è sufficiente un software pronto all’uso. Per altre, invece, serve una soluzione su misura, cucita addosso alle esigenze dell’organizzazione.
• Per la tua azienda è meglio un software standard o su misura?
2. Gettare le basi:
Definire l’idea, valutarne la sostenibilità e trasformarla in una proposta concreta. Questa fase è fondamentale per evitare sorprese, errori e rincorse future.
• Studio di fattibilità e Offerta economica: i due pilastri per costruire software su misura
3. Ascoltare chi userà il software
Parliamo con le persone, non con i fogli Excel. Perché chi userà il software ogni giorno è la vera fonte del progetto. La progettazione parte sempre dalle persone e dai loro flussi.
• Sviluppo su misura: quando tutto parte dai bisogni del cliente
• Progettare con la UX in mente
4. Progettare prima di costruire
Prima il modello, poi il codice. Lavoriamo su prototipi, strutture dati e flussi per mettere al sicuro il progetto fin dall’inizio.
• Modellare prima di scrivere codice: un’abitudine che cambia i risultati
• Il codice arriva dopo: perché la progettazione del database fa la differenza
5. Testare insieme al cliente
Il test non è una formalità. È un momento cruciale. Lo facciamo insieme, con metodo e strumenti chiari, per evitare fraintendimenti e chiudere con soddisfazione reciproca.
• Collaudo senza sorprese: come arrivare pronti al test finale insieme al cliente
6. Formare chi userà il software
Perché un software sia davvero utile, serve che le persone sappiano usarlo bene. Dopo la consegna, siamo presenti con tutorial, sessioni live, supporto umano.
• Dopo la consegna: l’importanza di formare i clienti all’uso del software
7. Prendersi cura del software nel tempo
Il progetto non finisce alla consegna. Restiamo al fianco dei nostri clienti anche dopo, con assistenza tecnica, aggiornamenti, piccoli miglioramenti continui.
• L’importanza dell’assistenza e della manutenzione nel ciclo di vita del software
Hai un’idea ma non sai da dove partire?
Non preoccuparti: il primo passo lo facciamo insieme.
Per avere maggiori informazioni su questo argomento vi invitiamo a contattarci.
Fisseremo un incontro per parlarne e approfondire il tema.
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Autore/i dell’articolo:
Sara Tomasso – BIO – Linkedin – Email
Communication Consultant | Digital Branding Strategist
Dario Berardi – BIO – Linkedin – Email
System Analyst | Senior Developer | Database Architect
Maurizio Patitucci – BIO – Linkedin – Email
Business Analyst | Project Manager | Account Manager